L’Alba di un Nuovo Anno

HO PAURA
Da poche ore è iniziato il nuovo anno.
Tavola imbandita, botti, panettone e spumante: abbiamo festeggiato con gli occhi pieni di speranza l’ingresso del nuovo Anno.
Nelle ultime settimane ho fatto il bilancio dell’anno appena terminato e pianificato i miei obiettivi per questo nuovo anno.
Mi sembrava tutto chiaro.
Mi sentivo forte delle mie consapevolezze.
Eppure ora, sulla linea di partenza,
HO PAURA.
Provo a spiegarti, ma solo alla fine capirai.
{Il testo è un po’ lungo se ti annoia leggerlo salta direttamente alla fine per l’augurio}
Avevo 20 anni e davanti a me un futuro brillante.
Sapevo di poter ottenere tutto ciò che desideravo.
Fin da piccola ero la più intelligente: della famiglia, della classe, della scuola.
Non lo dicevo io, ma spesso le parole di apprezzamento mi hanno fatto sentire una supereroe.
E cosa più importante mi hanno dato la forza di uscire dal baratro di un’infanzia disastrosa.
Ho conosciuto la paura fin da bambina.

Ricordo notti insonni con la testa sotto le coperte a vegliare per ogni rumore e scricchiolio.
Ricordo i risvegli di soprassalto in piena notte per controllare il respiro di mia madre.
Ricordo il rumore assurdo del silenzio che riempiva la mia testa di voci fastidiose e spaventose.
No, quella non era paura…
Quello era terrore.
“Dai, è tutto alle spalle ormai”,
mi abbraccio e mi amo.
Torniamo agli spensierati, o quasi, 20 anni.
Divertimento, leggerezza, tante opportunità lavorative.
Avevo un obiettivo: guadagnare un sacco di soldi.

Eravamo nel 2000, stavo costruendo un’azienda nel settore informatico, nasceva internet ed io ero lì.
Progetti innovativi, esperienze esilaranti, prospettive di grandi successi.
Ma c’era un problema.
Enorme.
In quegli anni NON AVEVO PAURA.
Ho seguito falsi profeti.
Ho visto sgretolare il mio sogno.
Non è bastato l’impegno.
La mia inesperienza e leggerezza hanno contribuito a distruggere il castello di sabbia.
Non mi è mancato il coraggio di dire basta, ma sono uscita da quell’incubo distrutta, delusa e piena di debiti.
Ed è allora che ho ricominciato a sentire la PAURA.
Mi sono rimessa in carreggiata, con le unghie e con i denti ho risalito la china e
ho varcato la soglia dei 30 anni.
Una nuova consapevolezza cresceva in me.
I soldi non erano più importanti, desideravo con tutte le mie forze raggiungere la Libertà.
In realtà non avevo ancora ben compreso cosa significasse, ma un semino malefico scavava dentro di me e affondava delle radici così profonde da diventare irrefrenabili.
Lavoravo tanto, ciò che facevo mi appassionava, ancor di più la possibilità di cambiare e provare nuove esperienze.
Libri e mentori nella crescita personale alimentavano questa diatriba tra il mio fare laborioso e il mio desiderio di sentirmi… LIBERA.

Ho davvero fatto tante esperienze e per questo avrei dovuto essere fiera e soddisfatta di me.
E invece AVEVO PAURA.
Sentivo che la vita mi stava scorrendo via e in fondo, nonostante il tanto fare, temevo che stavo remando nel mare sbagliato.
Mi sentivo un criceto imprigionato nella sua gabbia a girare la ruota freneticamente.
Al mio 40esimo compleanno avevo un fortissimo mal di denti, era l’ultimo dente del giudizio che doveva lasciarmi e da lì tutto è cambiato.
Ti chiederai cosa c’entra in questa storia, una banalissima estrazione di un dente del giudizio.
Hai ragione,
forse non c’entra nulla o forse qualcuno più addentro a certi temi saprà darmi conferma.
In sostanza, tolto quel dente è come se dentro di me si fosse creato lo spazio e l’equilibrio per accogliere la nuova versione di me.
Ciò che accadrà nel successivo decennio è ancora da scrivere in buona parte, ma posso dire con certezza di essere una persona completamente diversa.

Maria, Scintilla in cammino